Il termine osteocondrosi (da osteo, osso, e condro, cartilagine) viene utilizzato per indicare un vasto gruppo di patologie di tipo ortopedico caratterizzate da un processo di tipo degenerativo-necrotico a carico dei nuclei di ossificazione epifisari e apofisari, sono quindi coinvolti l’osso neoformato e la cartilagine circostante.
L’osteocondrosi (anche, seppur più raramente, osteocondrite) può interessare tutte quelle ossa che sono provvisti di epifisi (ovvero l’estremità tondeggiante delle ossa lunghe) o di un’apofisi (le parti sporgenti di un osso che generalmente servono come punti di inserzione di un muscolo), ma nella gran parte dei casi colpisce le ossa che fanno parte di un’articolazione cartilaginea; le zone articolari maggiormente interessate dai processi di osteocondrosi sono:
- articolazione del ginocchio
- articolazione dell’anca (o articolazione coxofemorale)
- articolazione astragalo-scafoidea
- articolazione del gomito.
L’osteocondrosi è una patologia che interessa soprattutto i soggetti di sesso maschile; la sua incidenza nella popolazione generale è di poco inferiore al 2%; viene considerata come una malattia tipica dell’età evolutiva legata all’attività di ossificazione; quando interessa soggetti in età adulta è generalmente legata a un’attività lavorativa o sportiva particolarmente intensa.